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Il gaming è un'opportunità per design e moda?

Il mondo dei gamer non è mai stato così attivo. E per i produttori di videogiochi il 2020 è stato un anno di record, tra innovazione e creatività.

 

Nel 2020, anno disastroso per molti settori commerciali e industriali, il mondo del videogioco ha visto una crescita senza precedenti. Se abbiniamo al progresso tecnologico la spaventosa crisi sanitaria che ci ha relegato per diversi mesi, ci rendiamo conto che l’industria del gaming ha avuto terreno fertile.

Il mercato dei videogiochi ha raggiunto nel 2020 un valore complessivo di 139,9 miliardi di dollari, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Inoltre analizzando il ritorno sull’investimento (ROI) delle principali società videoludiche emerge che i numeri sono più che positivi.

Quello dei videogiochi non è più visto come intrattenimento per una nicchia di persone, ma è un punto di riferimento sociale e culturale, un vero e proprio media indipendente.
Le aziende di design e di moda non possono fare a meno di guardare questo settore, comprenderne le opportunità e scoprire quali future strade possano essere percorse insieme.

Sono soprattutto tre le tecnologie, che già conosciamo, utili per stimolare l’industria videoludica attraverso nuove forme di partnership: le reti 5G, la realtà virtuale e quella aumentata.
La loro combinazione sarà sicuramente fondamentale per aumentare ancora il bacino di giocatori, che oggi conta la ragguardevole cifra di quasi 3 miliardi di persone, e con ogni probabilità farà lievitare anche i tempi di gioco complessivi.

Dal punto di vista del design, è stato l’anno del cambio di generazione: Sony passa dalla Playstation 4 all'ancora introvabile Playstation 5, mentre Microsoft ha lanciato la sua Xbox serie X supportata dall'abbonamento Game Pass. Concetti e design diversi per le due ammiraglie del gaming casalingo.

Nel frattempo Nintendo ha annunciato una evoluzione della Switch per il 2021, ma è evidente che continua con una filosofia diversa rispetto a Sony e Microsoft, non basata sulla potenza tecnologica ma sulle licenze e sulla qualità del gameplay dei propri prodotti in esclusiva.
È infatti sul piano delle proposte che si sviluppa la vera battaglia: l’utente finale ricorda i giochi, e i giochi sono complessi progetti di design e comunicazione.
 

Ma quali sono i titoli che si sono contraddistinti?


Impossibile non segnalare The Last of us 2, esclusiva Playstation che si è guadagnato l’ambito premio Gioco dell’anno. In questo caso non è il game design (canonico) a essere vincente, ma la qualità della narrazione e la produzione holliwoodiana.

 

 


Sicuramente epocale è stata l’uscita di Animal Crossing: New Horizons in pieno periodo di lockdown primaverile, che è risultato uno dei lanci più massivi della storia dei videogiochi per numero di copie vendute: ad oggi ha raggiunto la cifra di 22 milioni. Alcune aziende del lusso hanno persino sfruttato Animal Crossing per creare eventi digitali, come nel caso delle sfilate con abiti di Loewe, Prada, GmbH e Chanel.

 

 


Il cinese Genshin Impact è un divertente manuale di gamification, contiene una grande quantità di tecniche ludiche facilmente esportabili in tanti ambiti che non siano necessariamente quelli del gaming. È scaricabile gratuitamente su ogni tipo di piattaforma ed offre agli utenti acquisti in-app, in puro stile Fortnite, ma consente anche di giocare tranquillamente per una cinquantina di ore senza spendere un euro.

 



Fall Guys è un semplice e simpatico multiplayer online ispirato a show come Takeshi's Castle e Ninja Warrior, nulla di innovativo dal punto di vista del game design ma la capacità di coinvolgere contemporaneamente 60 persone, specialmente in tempi di distanziamento e lockdown, ha fatto la differenza e la competitività sale alle stelle.
 



Dreams invece non è un videogioco classico. È un sandbox che permette di liberare la fantasia e l'immaginazione creando altri videogiochi, in maniera facile ed intuitiva. Un omaggio al Game Design, dove ogni utente è libero di dare sfogo a sogni e desideri.
 



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