L'intervista
La versione di Luisa Bertoldo sul Fuorisalone
Il digitale cambierà il design?
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Il digitale ha già cambiato il design ed è un cambiamento che può avere lati positivi come negativi, dipende molto da come ogni professionista ed azienda sarà in grado di affrontare questo canale.
Trovo interessare che questa possa essere un’occasione per piccoli brand di raccontarsi e raggiungere clienti senza dover concorrere con i grandi brand dove prima difficilmente poteva esserci gara.
Se realizzato il giusto prodotto e descritto nel modo corretto si potranno creare progetti autonomi e correttamente sostenibili. Oggi il valore estetico e funzionale del prodotto dovrà essere ancora più evidente attraverso una scelta di stile precisa sia di design che di comunicazione.
Pensi che il design con il suo metodo e approccio progettuale, possa essere utile a definire e gestire gli scenari futuri?
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Ho sempre attribuito al mondo del design una grande capacità di osservazione e di ragionamento, che difficilmente veniva mantenuta in altri campi come ad esempio quello della moda dove però è evidente una maggiore sperimentazione e intraprendenza. Nel mio lavoro il bilanciamento di questi due mondi è sempre stato molto utile. Quindi disegnare il futuro partendo da un approccio progettuale ma cercando di ipotizzare scenari creativi anche di molto sopra le righe trovo sia un moto interessante.
Ritieni che i webinar oggi possano essere un nuovo strumento di dialogo, formazione e confronto tra aziende e addetti ai lavori?
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Temo lo dovranno essere in assoluto, non che siano strumenti sbagliati ma l’utilizzo unico di questi strumenti per apprendere e dialogare non potrà che rendere più sterile un certo modo di creare. Daranno di certo vita ad altri tipi di approcci, ma per comodità e per un raffreddamento delle relazioni tra persone, porteranno alla perdita di percorsi di creatività generati anche dalla relazione e sento di essere già nostalgica di questo mondo
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