L'intervista
La versione di Federica Pastonesi sul Fuorisalone
Gli eventi espositivi sono definitivamente superati?
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Assolutamente no. Nel nostro settore in particolare, ovvero quello dei materiali, la fisicità e la fruizione sensoriale del prodotto sono ancora centrali. L’interazione di un materiale con tutti i nostri sensi, non solo la vista, è molto importante e non è ancora disponibile su larga scala in realtà virtuale. Direi piuttosto che ci si sta riallineando su modalità espositive miste, in cui l'aspetto virtuale domina un po’ su quello fisico, almeno oggi.
Quale ruolo vedi oggi per il digitale negli eventi come le fiere e le manifestazioni off, come la Design Week?
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L’uso di strumenti digitali nelle esposizioni non è una novità del 2020: le fiere offrono da anni spazi virtuali sui loro siti, come piattaforme che hanno estensioni spaziali e temporali maggiori rispetto all’evento in sé.
Il progetto stesso degli allestimenti e delle installazioni viene sempre più affrontato ragionando su quanto il risultato sia “instagrammabile”, ovvero visivamente interessante in un contesto fotografico virtuale più che reale. Inoltre anche la raccolta e gestione di dati sui visitatori avviene tramite piattaforme digitali ed è molto utile per gestire i flussi, per pianificare la distribuzione dei visitatori e per capire, ex-post, cosa ha attirato e cosa no.
Ecco, oggi quest’ultimo aspetto mi pare centrale: in un momento in cui si deve garantire una limitata e controllata occupazione degli spazi, sapendo esattamente chi e quando visiterà cosa, questi strumenti diventano molto utili, molto più delle riproduzioni virtuali dei prodotti.
Professionalmente, come hai reagito alla situazione particolare che si è creata quest’anno?
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In Materially abbiamo dovuto ripianificare tutte le attività previste per la Design Week, offrendo opportunità diverse alle aziende come webinar, spazi virtuali su diverse piattaforme.
Per Re-Design City vogliamo tornare a proporre occasioni di incontro e presentazioni fisiche, utilizzando gli strumenti digitali per facilitare il matching tra aziende e organizzare meeting 1to1 e anche collettivi, con un numero limitato di persone in presenza e, in parallelo, trasmissione dell'evento via web.
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